Museo Opificio delle Pietre Dure Firenze

Il Museo dell'Opificio delle Pietre Dure è stato fondato dal granduca Ferdinando I nel 1588; vennero aperti i laboratori granducali in un'ala degli Uffizi per accogliervi il personale adibito alla lavorazione delle pietre rare e preziose impiegate per la decorazione della Cappella dei Principi.

Successivamente nel 1796 fu Pietro Leopoldo a trasferire l'Opificio nell'attuale sede in via degli Alfani. Ancora oggi l'Opificio mantiene la sua tradizione di lavorazione e restauro di mosaici in pietre dure.

Il Museo annesso all’Opificio delle Pietre Dure, oggi moderno centro specializzato nel restauro, è diretta filiazione della manifattura artistica caratterizzata dalla lavorazione delle pietre dure, che fu ufficialmente fondata nel 1588 da Ferdinando I de’ Medici.

La fisionomia del Museo non corrisponde ad una precisa volontà collezionistica, ma è piuttosto riflesso della vita e delle vicende della secolare attività produttiva.

Le creazioni più prestigiose, oggetto sovente di dono da parte dei granduchi fiorentini, sono conservate nelle regge e nei musei di tutta Europa, mentre nei laboratori di produzione sono rimaste opere incompiute, o risultato di modifiche e smontaggi successivi, e quanto è sopravvissuto alle dispersioni ottocentesche, che ebbero termine nel 1882 con la musealizzazione della raccolta. Questa, che comprende esemplari di grande suggestione e raffinatezza, è comunque sufficiente a delineare un percorso storico della manifattura che si snoda attraverso tre secoli. Resta inoltre una importante riserva di marmi antichi e di pietre dure raccolte in funzione della tecnica del commesso.

Il Museo è stato ristrutturato, su progetto di Adolfo Natalini, nel 1995. Il riordino della raccolta, curato da Anna Maria Giusti, segue un criterio tematico: nelle sale ricavate dal salone sono documentate le produzioni del periodo granducale mediceo e lorenese, nelle salette ottocentesche quelle del periodo postunitario. il piano rialzato del salone è dedicato alle tecniche di lavorazione: dal ricco campionario lapideo, ai banchi da lavoro, agli strumenti, fino alla esemplificazione didattica di alcune fasi di produzione di tarsie e di intagli. Si può in tal modo ripercorrere il processo completo, dall’ideazione all’opera finita, e scoprire i meccanismi più intimi di un affascinante episodio di storia artistica fiorentina.

L'accesso al Museo è gratuito per i giovani di età inferiore ai 18 anni, per i gruppi di insegnanti e studenti, per gli insegnanti di storia dell'arte degli istituti liceali, per i giornalisti italiani, per gli accompagnatori di portatori di handicap e per gli anziani al di sopra dei 60 anni.

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