Museo di Matematica Il Giardino di Archimede Firenze

Il museo di matematica era una scuola, l'istituto tecnico turistico Marco Polo, in via San Bartolo a Cintoia. Una grande struttura post industriale che al suo interno custodisce documenti importanti e strumenti ideati tutti dal professor Enrico Giusti. Un plastico riproduce l'antica città e una miriade di bandierine numerate segnala tutte le scuole d'abaco.
L'unico museo di matematica in Italia effettivamente funzionante. Quando si è deciso ad aprirlo, Enrico Giusti ha incontrato una discreta dose di scetticismo. L'obiezione dei più era lapalissiana: ma cosa si espone in un museo di matematica? Le equazioni? Ascoltado il presidente del museo non si fatica a credere che non si sia perso d'animo.
Tutti gli strumenti esposti sono opera sua.

Invenzioni del nostro professore di matematica all'Università di Firenze nonché scienziato dalla bianca chioma e dal guizzo vivace. Grazie a lui - che nel frattempo ha scritto libri e ispirato opere teatrali - oggi il giardino di Archimede compie cinque anni. La location è originale. Era una scuola. L'istituto tecnico turistico Marco Polo. Oggi è un residuo di architettura post industriale in disuso, fatta eccezione della limitata area occupata dal museo per concessione della Provincia.

L'ingresso tuttavia fa la sua figura, con quella passerella in ferro che sembra portarci fuori dai confini della realtà. L'edificio è in via San Bartolo a Cintoia, ben visibile subito dopo la Erg, all'ingresso della superstrada, la Fi-Pi-Li. Così decentrato da restare totalmente tagliato fuori dal flusso turistico del capoluogo toscano. E pensare che alla fine del Duecento, quando la grande Florentia toccava l'apogeo del suo splendore, nel centro della città pullulavano le scuole d'abaco.
Su un bel plastico che riproduce l'antica città una miriade di bandierine numerate ne segnala l'esatta dislocazione, ne contiamo almeno una ventina. Garantivano l'insegnamento a circa tremila bambini.

Nel Medioevo le scuole d'abaco erano preposte alla formazione dei tecnici. Consentivano agli artigiani, ai mercanti di istruirsi come gli odierni istituti professionali. L'insegnamento si basava sulla matematica. Grande spazio nell'esposizione viene dato anche al matematico pisano Leonardo Fibonacci, che nel 1202 pubblicò il Liber Abaci, introducendo per la prima volta in Europa le nove cifre, da lui chiamate indiane, e il segno 0. Un paio di sale sono dedicate ai teoremi di Archimede e di Pitagora.
La mostra più recente, inaugurata il 25 settembre, è invece interamente dedicata alle leve di Galileo Galilei. è con vero interesse che il nostro Cicerone, sempre il professor Giusti, ci mostra uno strano orologio acquistato su internet e arrivato dagli Stati Uniti che rotola su un piano inclinato con un movimento impercettibile che gli consente di ricaricarsi.

Qual è lo strumento a cui tiene di più, chiediamo. E ci stupisce ancora una volta. Il professore fa riferimento alle Città Invisibili di Calvino, dove Marco Polo spiega a Kublai Khan che non esiste una pietra che regge tutto, ma di come tutto le pietre formino l'insieme. In effetti ci torna, è un po' come la matematica, una concatenazione precisa. Se non sai l'algebra non puoi pensare di capire il calcolo infinitesimale.
Forse per questo la materia risulta ostica ai più, basta distrarsi un attimo, perdere il filo e non si riesce più a stargli dietro. Il museo è visitabile tutte le mattine dal lunedì al venerdì e la domenica pomeriggio.

Fonte: Quotidiano Il Firenze del 19 Ottobre 2009

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Commenti

Museo matematica per bambini

Ho portato mio figlio a visitare il museo e lo consiglio a tutti i ragazzi.

kekka

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