Casa Martelli Firenze

Protagonisti nelle opere di Donatello, Caravaggio e il Bronzino. Abili banchieri e politici consumati, proprietari terrieri e colti collezionisti, prima di decadere, hanno segnato la storia della città per cinquecento anni. Oggi la loro casa è diventata un museo. L'ultima erede, Francesca, è deceduta nel 1986. A loro è intitolata la strada che nasce da piazza Duomo.
Erano quelli del Grifon d'oro. Il mitologico rapace campeggia in campo rosso sullo stemma di famiglia scolpito nientemeno che da Donatello. Una casata che ha tirato le fila della storia fiorentina attraversando oltre cinquecento anni. Porta ancora il suo nome la neo pedonalizzata strada che parte dal Duomo. Era una Martelli la bella e chiacchierata seconda moglie di Cosimo I de' Medici, Camilla.
Poco più che ventenne (e quasi trenta meno di lui) gli darà una figlia e lo accompagnerà negli anni del declino e della malattia. La nobildonna dai mille eccessi era odiata dai figli di Cosimo a tal punto da essere rinchiusa in convento da Francesco I dopo la morte del padre. Permanenza obbligata che darà il colpo di grazia alla sua già compromessa salute mentale.

I Martelli Cavalieri di Malta e membri di spicco dell'Ordine di Santo Stefano. I Martelli ritratti dal Bronzino e dal Caravaggio, otto volte Gonfalonieri e ben 40 Priori. Prima nemici e poi alleati dei Medici, in quel gioco di danze e di alleanze che contraddistingueva le lotte per la supremazia del potere. I Martelli abili banchieri e politici consumati, proprietari terrieri e colti collezionisti.

Raggiungeranno l'apice del loro splendore nel Seicento. Per estinguersi nel recentissimo 1986, con la morte dell'ultima rappresentante di famiglia, Francesca. Ormai la casata versava in condizioni di impoverimento tali da aver ceduto quasi tutto l'ingente patrimonio. Lo stesso anno il palazzo di famiglia di via Zanetti (già via della Forca) - a due passi dal Duomo - venne ceduto alla Chiesa fiorentina, per poi passare allo Stato divenendo il Museo di Casa Martelli.

Da meno di due mesi, e fresco di un accurato restauro strutturale a cura della Soprintendenza iniziato nel 1999, ha riaperto al pubblico due volte alla settimana il giovedì pomeriggio e il sabato mattina, solo su prenotazione (Firenze Musei, 055-294883) con visite accompagnate. è il palazzo dei trompe l'oeil. Ammiriamo quello dell'atrio, velato dalla pesante tenda dipinta. Ancora più stupefacenti quelli del giardino d'inverno e del salone da 'bagno' con boschereccio al piano nobile. Vi si accede da un elegante scalone, con la copia dello stemma di Donatello.

Qui, attraverso un percorso circolare tra la cappella e il salone da ballo, ammiriamo la magnifica quadreria che oggi rappresenta l'ultimo esempio fiorentino di raccolta costituita fra Seicento e Settecento in mano pubblica, ricca di capolavori di Piero di Cosimo, del Beccafumi, di Luca Giordano e Salvator Rosa. Ma si apprezzano anche i mobili, le tappezzerie e gli oggetti della casa-museo che non sono frutto di una ricostruzione postuma, ma derivano dalla stratificazione secolare della vita di una delle più antiche famiglie fiorentine.
In un piccolo cortile si intravede una porticina che conduce ad un passaggio privato per San Lorenzo. La cappella di famiglia si trovava infatti nei sotterranei della basilica. Fino ai primi del Novecento vi si trovava il raffinato sarcofago di Donatello dal morbido intreccio marmoreo a canestro destinato ad accogliere le spoglie mortali di Niccolò e Fioretta Martelli. Opera oggi esposta nella cappella della famiglia Martelli nel transetto sinistro, vicino all'Annunciazione Martelli di Filippo Lippi.

Fonte: Quotidiano Il Firenze del 14 Dicembre 2009, foto firenzemusei.it

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