Casa Siviero Firenze

Il museo di Lungarno Serristori è ricco di sorprese e carico di storia. L'irresistibile Rodolfo riempì la sua dimora di opere d'arte di indiscusso valore. Qui sono passati grandi personaggi della storia: da Rosai a Montale. Oggi l'edificio è aperto a tutti, gratuitamente.

Rodolfo Siviero raffinato tombeur de femmes dal fascino irresistibile. Lo 007 protagonista di straordinarie e rocambolesche avventure. Siviero il colto, che dedicherà la sua vità a collezionare opere d’arte. Siviero spregiudicato agente segreto del Servizio Informazioni Militari. Siviero giovane fascista, ma poi partigiano imprigionato e torturato a Villa Triste. Siviero ministro plenipotenziario degli anni '50 con ruolo strategico nella salvaguardia del patrimonio artistico italiano. A lui dobbiamo il recupero di molte opere trafugate dai tedeschi durante la guerra.

Abitava in una palazzina disegnata dal Poggi proprio all’ombra di Torre San Niccolò. Siamo al civico 1/3 di Lungarno Serristori, oggi c’è un piccolo museo aperto al pubblico che ospita un’ampia raccolta che spazia dai reperti etruschi ai busti romani, dai fondi oro medievali alle statue linee quattrocentesche, per arrivare ai De Chirico, i Soffici, i Manzù, gli Annigoni. Siviero era un grande amico di Giorgio De Chirico. Ma ancor più lo fu il critico d’arte ebreo Giorgio Castelfranco, che era stato il primo proprietario dell’edificio. Castelfranco vi aveva ospitato a lungo il giovane De Chirico.

Il pittore ancora spiantato, gli pagava l’affitto - pensate - con i suoi quadri. Arrivò ad averne una trentina. Ma la collezione fu poi venduta nel 1939 per salvare la famiglia Castelfranco dalla persecuzioni razziali e fuggire all’estero. A Casa Siviero ne sono rimasti tre, che saranno oggetto di una mostra in apertura il prossimo gennaio curata dal direttore del museo Attilio Tori.

Un autoritratto metafisico ora in restauro, e due ritratti che lo stesso Giorgio fece durante la sua permanenza a casa Castelfranco, quello della moglie del suo benefattore, Matilde Forti e della fedele domestica Imelde. A corredo verrà allestita una mostra fotografica sempre curata da Tori, che tenterà di ricostruire il catalogo dell’antica collezione. L’autoritratto di De Chirico torero, che salta agli occhi appena si entra come pezzo forte del museo, appartiene alla collezione di Siviero.

Attilio Tori ci racconta di come un dattiloscritto di Siviero gli abbia rievocato gli antichi fasti della palazzina sui lungarni. De Chirico lasciò Casa Siviero intorno agli anni venti per la celebrità e il successo che lo portarono a Parigi e poi a New York. Ma, ormai famoso, ci tornò per una festa che Castelfranco tenne in suo onore, alla fine degli anni trenta. Il party fu un evento indimenticabile, c’erano tutti, da Ottone Rosai a Eugenio Montale.

In mostra fino al 6 gennaio invece le armi di Cristoforo Colombo. Uno scudo, un elmo, una spada e la cassa di un archibugio. La tradizione popolare di origine settecentesca narrava che Colombo, dopo la scoperta dell’America le avrebbe donate come ex voto alla Madonna di Fontegiusta di Siena. In verità la leggenda non ha alcuna attendibilità storica, le armi risalgono al tardo cinquecento. Alla sua scomparsa, nel 1983 Rodolfo Siviero, donò la sua casa con la collezione di opere d'arte e la sua biblioteca alla regione Toscana, che aprì i locali al pian terreno come casa-museo.
Oggi la struttura è gestita dall’Associazione Amici dei Musei Fiorentini ed aperta sabato dalle 10 alle 18, domenica e lunedì dalle 10 alle 13. L’ingresso è libro e vi assicuriamo che potrete contare sulla cortesia dei competenti custodi, Francesco e Stefano.

Fonte: Quotidiano Il Firenze del 2 Novembre 2009

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