Teatro Romano di Fiesole Firenze

Un pezzo di storia perfettamente conservato nelle colline intorno alla città. Oltre duemila anni di storia incastonati nel panorama mozzafiato a Fiesole, sopra Firenze. E presto in programma eventi e laboratori per le scuole, per conoscere da vicino una delle zone più affascinanti della provincia. La cavea conteneva fino a duemila spettatori. Al tempo pubblicomunito di biglietto o addirittura di abbonamento. Dal 14 marzo la mostra, dal titolo 'Stilling', cinquanta sculture in bronzo e in marmo, alte fino a i due metri.

Un'isola di vento, di verde e di luce, pervasa da una pagana spiritualità. è prorompente il fascino del Teatro Romano di Fiesole nell'area archeologica, che si erge su un panorama collinare mozzafiato. Si ha voglia di starsene semplicemente seduti sulle gradinate della 'cavea' a godersi lo spettacolo. L'emozione è forte, forte la sensazione di trovarsi in un luogo geometrico ideale, che domina oltre il vuoto. Oltre la possente cinta muraria etrusca si allarga lo sguardo su boschi e monti, su Pian del Mugnone e l'Olmo, Montesenario e le Caldine.

Il teatro ha la pianta a semicerchio dei teatri greci e, sempre secondo il modello ellenico, si poggia sul naturale pendio della collina, realizzando una cassa armonica e dall'acustica senza paragoni. Una vera rarità per i romani che solitamente ergevano per i propri teatri possenti edifici in muratura. In questo magico luogo, che offre già da solo uno spettacolo naturale da mozzare il fiato, fin dall'ultimo quarto del primo secolo a.C. si alternavano sul palcoscenico le maschere tragiche e comiche. Ma per lo più si davano commedie. Spettacoli intrisi di invenzioni linguistiche, intrecci, battute satiriche, musiche e danze. Un po' come i nostri musical.

Alle fine dell'Ottocento la cavea è stata quasi interamente ricostruita. Si può facilmente individuare la parte originale perché è composta da blocchi unici che coprono interamente tutta la seduta. Per le parti rifatte si sono invece utilizzate delle pietre più piccole, lasciando degli spazi di terra. Già al primo colpo d'occhio si distingue facilmente la parte rifatta dagli sprazzi verdi dell'erba che vi è cresciuta.
Le rappresentazioni erano aperte al grande pubblico: si pensi infatti che la cavea conteneva fino a duemila e cinquecento spettatori. Pubblico pagante munito di biglietto o addirittura di abbonamento. Come la 'tessera nummularia' conservata nell'attiguo museo archeologico, curiosa testimonianza di un antico abbonamento romano.

Dal 14 marzo l'area archeologica ospiterà grandi teste dagli occhi chiusi. Monumentali nella loro perfezione anatomica. Si tratta delle opere dell'artista tedesco Gunther Stilling. La mostra, dal titolo 'Stilling', conta circa 50 sculture in bronzo e in marmo, alcune di dimensioni che superano i due metri. L'arte di Stilling si adatta al contesto archeologico proprio perché ispirata alla monumentalità. La mostra sarà aperta fino al 30 agosto tutti i giorni dalle 10 alle 18 (e fino alle 19 dal 1 aprile). Nel costo del biglietto è compresa anche l'entrata al Museo Bandini e al Museo Archeologico.

Un altro motivo quindi per visitare l'area. E ancora. Sono attivi per le scuole i Laboratori di Archeologia, progettati dal Conservatore del Museo Civico Archeologico Marco De Marco in collaborazione con gli archeologi Serena Galigani, Elena Sorge e Mario Ettore Bacci e con il contributo della Cassa di Risparmio di Firenze. Per informazioni telefonare allo 055-5961293, oppure scrivere una mail all'indirizzo infomusei@comune.fiesole.fi.it

Fonte: Quotidiano Il Firenze del 22 Febbario 2010

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