Chiesa Santa Maria Novella Firenze
Piazza di Santa Maria Novella, 18 - 50123 Firenze
3,5
055-219257
All'interno, nella sacrestia, è possibile ammirare la croce dipinta da Giotto per il convento domenicano di Santa Maria Novella. La decorazione interna è stata curata dai maggiori artisti del XIV secolo. La cura e la bellezza dei suoi ornamenti può essere riassunta con il nome di Michelangelo il quale chiamava la chiesa di Santa Maria Novella 'La mia sposa'. All'interno è presente il chiostro e sul lato settentrionale il Convento (Convento di Santa Maria Novella).
La Facciata
Ricostruita su una preesistente, la facciata di S. Maria Novella che oggi noi vediamo è stata progettata nel 1456 da Leon Battista Alberti su commissione del mercante Bernardo Ruccellai. Egli era un ricco signore fiorentino e presentò il progetto all’Alberti per esaltare la propria famiglia e salvarsi dalla grazia divina, infatti fece incidere il nome del padre sulla facciata. Rispetto alla facciata del tempio Malatestiano, creata ex novo, l’intervento a Santa Maria Novella era più complesso, poiché andavano mantenuti elementi preesistenti: in basso le tombe inquadrate da archi a sesto acuto e i portali laterali; superiormente era già stabilita la quota di apertura del rosone.
Ricostruita su una preesistente, la facciata di S. Maria Novella che oggi noi vediamo è stata progettata nel 1456 da Leon Battista Alberti su commissione del mercante Bernardo Ruccellai. Egli era un ricco signore fiorentino e presentò il progetto all’Alberti per esaltare la propria famiglia e salvarsi dalla grazia divina, infatti fece incidere il nome del padre sulla facciata. Rispetto alla facciata del tempio Malatestiano, creata ex novo, l’intervento a Santa Maria Novella era più complesso, poiché andavano mantenuti elementi preesistenti: in basso le tombe inquadrate da archi a sesto acuto e i portali laterali; superiormente era già stabilita la quota di apertura del rosone.
In basso, Alberti inserì al centro un portale classico, e pose una serie di archetti a tutto sesto a conclusione delle lunghe paraste addossate alla facciata; proseguì superiormente con un secondo ordine di paraste a sostegno di un frontone triangolare. Il problema era quello di legare le due parti, l’inferiore e la superiore, perché la prima risultava essere una commistione gotico-rinascimentale; adottò allora un altissimo attico liscio come cerniera che al contempo univa e separava le due parti e mascherava le eventuali contraddizioni (per es. il fatto che le lesene esterne della parte superiore non hanno corrispondenza in quella inferiore) e completò la composizione con incrostazioni a tarsia ispirate al proromantico fiorentino, come nella facciata della chiesa di San Miniato, che fusero ancor più le parti tra loro.
Due eleganti volute colmavano gli angoli d’ incontro dell’attico e dell’ordine superiore, mascherando gli spioventi del tetto. Ne risultò un’opera piena di armonia. Vi è infatti un gioco nascosto di proporzioni che razionalizzano l’insieme e anche se la decorazione a tarsie contraddice tale intelaiatura armonica, essa non inficia il risultato finale, anzi evita che una eccessiva regolarità possa dar luogo a un risultato monotono.
Il segreto della bellezza e dell’armonia nella facciata di Santa Maria Novella è rivelata dalla sottile rete di rapporti modulari che lega le parti tra loro e queste all’insieme. La facciata della chiesa di Santa Maria Novella s’inscrive perfettamente in un quadrato avente un lato coincidente con la linea di base della chiesa. Dividendo in quattro tale forma di base si ottengono quattro quadrati minori equivalenti alle pareti fondamentali della facciata: due di essi, accostati, inquadrano la zona inferiore; in uno di essi si inscrive perfettamente l’ordine superiore. Aggiungiamo ancora che spartendo in quattro i quadrati minori si ottengono quadrilateri ancora più piccoli (1/16 del quadrato di partenza) che, a loro volta, determinano altre misure dell’edificio, per esempio quelle delle volute laterali dell'ordine superiore.
Il segreto della bellezza e dell’armonia nella facciata di Santa Maria Novella è rivelata dalla sottile rete di rapporti modulari che lega le parti tra loro e queste all’insieme. La facciata della chiesa di Santa Maria Novella s’inscrive perfettamente in un quadrato avente un lato coincidente con la linea di base della chiesa. Dividendo in quattro tale forma di base si ottengono quattro quadrati minori equivalenti alle pareti fondamentali della facciata: due di essi, accostati, inquadrano la zona inferiore; in uno di essi si inscrive perfettamente l’ordine superiore. Aggiungiamo ancora che spartendo in quattro i quadrati minori si ottengono quadrilateri ancora più piccoli (1/16 del quadrato di partenza) che, a loro volta, determinano altre misure dell’edificio, per esempio quelle delle volute laterali dell'ordine superiore.
Passando poi a esaminare altre parti della costruzione si possono stabilire ulteriori relazioni. Se analizziamo nel piano superiore la misura del rosone rispetto a quella dei tondi a intarsio che ornano il timpano e le volute laterali, vediamo che il diametro del tondo inscritto nel timpano corrisponde alla metà di quella del rosone sommato alla sua cornice. E ancora: la campata del portale è di altezza pari a una volta e mezzo la sua larghezza (segue dunque un rapporto di 2/3).
I lati dei quadrati intarsiati sulla fascia-cerniera che separa gli ordini inferiore e superiore misurano un terzo dell’altezza della fascia stessa e corrispondono al doppio del diametro delle colonne che sostengono l’ordine inferiore. Si potrebbe proseguire in questo tipo d’analisi e si scoprirebbero così altri rapporti e corrispondenze, che permettono di concludere, con le parole dello storico dell’architettura Franco Borsi, secondo cui 'l’esigenza teorica dell’Alberti di mantenere in tutto l’edificio la medesima proporzione, è qui stata osservata; ed è appunto la stretta applicazione di una serie continua di rapporti che denuncia il carattere non medievale di questa facciata pseudo-proto-rinascimentale, e ne fa il primo grande esempio di eurythmia del Rinascimento'.
L’antica basilica domenicana fu ridisegnata in stile gotico-romanico alla fine del 1200. Pregevole è la facciata in marmo bianco e verde, magistralmente completata dall'Alberti intorno al 1470. All'interno si trovano capolavori come “La Trinità” di Masaccio, i celebri 'crocifissi' di Giotto e di Brunelleschi e, nel transetto, i vivaci cicli pittorici rinascimentali del Ghirlandaio e di Filippino Lippi
L’antica basilica domenicana fu ridisegnata in stile gotico-romanico alla fine del 1200. Pregevole è la facciata in marmo bianco e verde, magistralmente completata dall'Alberti intorno al 1470. All'interno si trovano capolavori come “La Trinità” di Masaccio, i celebri 'crocifissi' di Giotto e di Brunelleschi e, nel transetto, i vivaci cicli pittorici rinascimentali del Ghirlandaio e di Filippino Lippi
ORARIO VISITE:
Giorni feriali 9.00 - 17.30
Giorni festivi 13.00 - 17.00
Venerdi 11.00-17.30
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Commenti
Chiesa stupenda
Passeggiando per Firenze ci siamo imbattuti in questa imponente chiesa che si trova a pochi passi dalla stazione centrale di Santa Maria Novella... All'inizio siamo stati un po' scettici visto che dovevamo pagare 5 Euro did biglietto d'ingresso ma poi abbiamo deciso di visitarla anche all'interno. E' un luogo davvero ricco di testimonianze del passato, sia storico che artistico di Firenze. All'interno della chiesa troviamo lavori di Giotto e molti altri pittori e scultori più o meno famosi, e per chi vuole approfondire meglio può utilizzare la audio guide o le visite guidate. In ogni modo le opere d'arte sono accompagnate da cartelli che spiegano dettagliatamente il dipinto che si sta osservando. Il chiostro è davvero bellissimo! Fa riflettere anche il segno che ricorda dove l'acqua arrivò durante l'alluvione di Firenze del 1966.