Scandicci, turismo e luoghi da vedere

Scandicci, un luogo incantato immerso tra paesaggi e cultura. Il borgo. Nella piccola cittadina toscana è possibile riscoprire le infinite meraviglie della storia nostrana. Nel cuore del paese sorge il suggestivo Castello dell’Acciaiolo.

Il turismo a Scandicci può regalare tanto a dispetto di quello che si possa pensare. Non è soltanto un luogo che fa delle sue colline e dei suoi paesaggi immersi nel verde il fiore all’occhiello, a Scandicci c’è anche tanta cultura. Nel cuore della città, ad esempio, c’è il Castello dell’Acciaolo circondato da un vasto e curatissimo giardino. Edificato nei primi decenni del Trecento dai Rucellai, questa struttura prese il nome dalla famiglia fiorentina degli Acciaioli che ne divenne più tardi proprietaria. In questo suggestivo luogo di incontro fra passato e presente, dove da qualche anno si svolgono nella stagione estiva manifestazioni e concerti, verrà realizzato il nuovo centro polifunzionale della pelle. Le più importanti chiese cittadine: Santa Maria a Greve e San Bartolo in Tuto, nonostante i restauri e le trasformazioni che hanno subito nel corso dei secoli, hanno tramandato preziose testimonianze artistiche, come la tavola trecentesca raffigurante la Madonna col Bambino di Giovanni da Milano, già nella vecchia San Bartolo in Tuto, è ora custodita nella moderna chiesa di San Bartolomeo in Tuto, vicino alla sede municipale.

Non solo tanto verde e paesaggi incantati, dunque, Scandicci è un gioiello prezioso nel panorama culturale italiano. L’interesse culturale della città comincia sin dalla toponimia: numerose località di Scandicci, infatti, conservano toponimi di origine latina. Ne sono un esempio Badia a Settimo, Mosciano e Giogoli, che derivano rispettivamente da Septimus, Mussianum e Jugulum. Lo stesso nome Scandicci deriverebbe dal termine 'scandere', ovvero salire, in riferimento all’insediamento di Scandicci Alto, per raggiungere il quale bisogna appunto risalire una collina. Nei nomi c’è dunque la prova concreta di una presenza romana ben attestata e, inoltre, i numerosi rinvenimenti risalenti al periodo tardo ellenistico (tra il III ed il I secolo a.C.) fanno ipotizzare che il luogo sia stato un centro commerciale molto trafficato. Ma è negli anni Sessanta che Scandicci vive un autentico boom economico e demografico, che porta il numero di abitanti dai 18000 ai 41000 nel giro di soli dieci anni. Ciò è dovuto soprattutto allo sviluppo della zona industriale, in parte per la nascita di nuove aziende, in parte per lo spostamento nell’area di numerosi stabilimenti.

Un piccolo borgo noto per le grandi marche. Scandicci non è soltanto cultura, storia e bellezze artistiche, ma è anche un importante centro produttivo. Le risorse principali locali nascono dalle imprese manifatturiere tipiche della zona, tra queste hanno particolare risalto quelle della pelletteria. A Scandicci, infatti, vengono prodotte le più prestigiose e note firme della moda made in Italy e del lusso in tutto quanto il mondo. Molto importante è anche la presenza della meccanica, con aziende sempre più rivolte a lavorazioni di alto contenuto tecnologico a testimonianza del progresso presente anche in un territorio storico come Scandicci. Il processo di riqualificazione e completamento urbanistico della città, inoltre, ha accompagnato e promosso quello del tessuto commerciale e incentivato il settore terziario e delle professioni. Importante anche la presenza di imprese di costruzioni e interessante anche il settore dell’agricoltura, sempre più rivolto a produzioni di qualità. In crescita la capacità di ricezione turistica, con un incremento degli agriturismo e dei B&B che sono la testimonianza di una crescita del turismo in una zona che ha tanto da offrire. Lo sviluppo a Scandicci anche di agriturismi, oltre che dei B&B già esistenti, sono un’ulteriore segno di attenzione verso un turismo che si avvia a diventare un’altra vera e propria industria per tutta Scandicci. Storia, cultura, paesaggi, prodotti tipici locali fanno di questa città in provincia di Firenze un vero e proprio fiore all’occhiello della Toscana.

La fontana di Gilberto Zorio nel parco di Poggio Valicaia. L’opera realizzata per il progetto 'Rinascimento Nascimento': Arte, energia, sostenibilità; La scultura rappresenta un punto di incontro tra gli uomini e la natura.
Il Comune di Scandicci vede tra le iniziative ad oggi realizzate per il progetto di Arte all’Arte 'Rinascimento Nascimento: Arte, Energia e Sostenibilità' ideato dall’Associazione Arte Continua, l’installazione permanente (giugno 2006) della Fontana Arbitraria di Gilberto Zorio, presso il Parco di Poggio Valicaia. Gilberto Zorio è una delle personalità più importanti della scena artistica italiana, tra i fondatori dell’Arte Povera. Nel contesto dell’attuale discussione sulle possibilità e prospettive dell’arte nello spazio pubblico, Zorio ha elaborato per il Parco di Poggio Valicaia un progetto che si rifà al motivo della fontana, la forma più antica di opera d’arte nello spazio pubblico. Nato nel 1944 ad Adorno Micca (Biella), vive e lavora a Torino. Protagonista del rivoluzionario movimento formatosi a metà degli anni Sessanta in Italia, denominato Arte Povera. Da sempre l’idea di energia è la costante che attraversa la sua opera, lo porta a incorporare nei suoi lavori lampade, incandescenze, fosforescenze; altrove utilizza stelle e giavellotti, forme archetipe comunque evocatrici di energia.
La Fontana arbitraria di Zorio è una scultura alta sei metri in ferro zincato ed acciaio corten, costituita da un intreccio di tubi metallici su cui poggia una struttura a forma di stella con due contenitori per raccogliere l’acqua piovana e l’umidità notturna. Raggiunto il massimo livello, l’acqua viene espulsa violentemente per mezzo di un sifone automatico. L’evento è imprevedibile, poiché non risponde ad una sequenza calcolabile, e può quindi accadere che l’acqua colpisca chi sta guardando.

Secondo il curatore: 'si viene così a creare un rapporto tra pubblico e scultura che è allo stesso tempo cosciente e casuale e che fa vivere in modo attivo ai visitatori l’energia di cui è capace la natura'. La fontana Simbolo di ricchezza e abbondanza, rappresenta da sempre un punto importante di incontro tra gli uomini e la natura, macchina dell’equilibrio e della mutazione alchemica, l’opera pone in primo piano l’idea di energia, la costante che attraversa l’intera opera di Zorio. Con la Fontana arbitraria di Zorio salgono a sei le installazioni permanenti realizzate fino ad oggi nel Parco di Poggio Valicaia: da quella di Paolo Staccioli (2000) a Dario Bartolini, Maria Dompè e Italo Zuffi (quest’ultime inaugurate nel 2003 sotto la direzione artistica di Adriana Polveroni) e infine Valentino Moradei Gabbrielli (2004).

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