Il rinascimento a Firenze ed in Italia

Architettura Rinascimentale. Nel XV secolo, l'accresciuto potere delle famiglie che governavano le città italiane s'incanalò progressivamente in un'attività edilizia volta a migliorare l'aspetto delle città stesse, divenute sedi d'importanti commerci. L'incontro tra questa nuova classe dirigente e la riscoperta della cultura classica latina risultò decisiva per il carattere che assunse l'architettura. Per la costruzione della cupola del Duomo di Firenze fu approvato, all'inizio del XV secolo, un progetto di Filippo Brunelleschi, che aveva studiato le soluzioni strutturali romane. La cupola che questi eresse (1420-1436), a metà strada tra le concezioni gotiche e quelle rinascimentali, differisce da quella romana per diversi elementi: la base è ottagonale, è costituita da un guscio interno e uno esterno collegati da costoloni ed è dotata di una lanterna. Nella cappella dei Pazzi, Brunelleschi applicò i principi rinascimentali sia nelle proporzioni sia nelle forme. Il palazzo è la tipologia che si sviluppò in particolar modo in questo periodo. La sua struttura prevedeva diversi piani e un cortile su cui si affacciavano le stanze. A Palazzo Rucellai (1446-1451) Leon Battista Alberti incorporò tre diversi ordini classici, rifacendosi al Colosseo ma sostituendo le colonne con lesene. Tra le figure di maggior spicco del Rinascimento a Roma fu Donato Bramante, ci vi lavorò a partire dal 1499, erigendo un tempietto circolare nel cortile di San Pietro in Montorio (1502) ed elaborando il progetto della nuova Basilica di San Pietro (impostato su una pianta centrale a croce greca). I papi che succedettero a Giulio II nominarono in seguito alla fabbrica di San Pietro altri architetti (vedi Michelangelo e Carlo Maderno), che completarono e modificarono radicalmente il progetto bramantesco. La cupola michelangiolesca, ogivale e a costoloni, è lo sviluppo logico di quella brunelleschiana. Baldassarre Peruzzi, Giulio Romano e il Vignola diedero un nuovo impulso ai precetti del primo Rinascimento, accentuandone i caratteri. Tale tendenza, che confluì poi nel manierismo, è esemplificata nel raffinato Palazzo Te di Mantova, progettato da Giulio Romano a partire dal 1525. L'architetto Andrea Palladio lavorò a Vicenza, Venezia e nella campagna veneta. Nelle ville che progettò per le nobili famiglie della zona, Palladio sperimentò diverse variazioni alla norma classica: pose grande attenzione alle proporzioni e alla simmetria, ed ebbe predilezioni per i progetti che prevedevano un unico grande ingresso. Nelle due grandi chiese veneziane di San Giorgio Maggiore (1566) e del Redentore (1576), Palladio fornì importanti contributi all'adattamento degli ideali classici alla tradizione liturgica del cattolicesimo. La dottrina palladiana è esposta nei Quattro libri dell'architettura (1570), che ebbero grandissima diffusione in Italia, in Europa e in America.

Caratteristiche dell'architettura

L'ORDINE ARCHITETTONICO: insieme di regole proporzionali che legano fra loro in maniera prestabilita tutte le parti di un edificio.
FACCIATA DELLE CHIESE: nel tipico prospetto delle chiese rinascimentali vi è una navata centrale alta e stretta e un sistema di due piani di ordini raccordati da due grandi volute.
L'IDEALE DELLA SIMMETRIA ASSOLUTA: l'edificio ideale è quello simmetrico su tutti gli assi orizzontali e verticali. E' la tipica forma che comincia a imporsi tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento.
LA CUPOLA: la cupola è l'elemento dominante di quasi tutte le chiese rinascimentali. L'ispirazione è romana. Tipici sono i costoloni e i semiarchi in pietra che dividono i vari spicchi della costruzione.
LA VILLA: l'Italia del Rinascimento riscopre un tipo di edificio che era sparito dall'Europa con la caduta dell' Impero romano.
LA ROCCA: Le torri sono tonde, spesse, via via sempre più basse per resistere ai colpi di cannone; e sempre l'intero edificio porta in alto l'apparato a sporgere, cioè il rilievo verso l'esterno della parte superiore delle mura, che permette di colpire gli assalitori.
LE TENDENZE DECORATIVE: benché il Rinascimento sia uno degli stili più razionali, non mancano esempi di gradevolissimo valore decorativo con l'applicazione di un unico motivo (es. rivestimenti in pietre sagomate).
STUDI URBANISTICI: Il Rinascimento si occupo molto di urbanistica anche se le realizzazioni non sono numerose. Fra queste, la Piazza Ducale di Vigevano è forse la più significativa.

Architettura civile

Gli sviluppi dell'architettura civile nel corso del Rinascimento si legarono strettamente all'ascesa della borghesia o al consolidamento di alcune casate di nobili origini. A Firenze dal 1440 prese avvio un periodo di grande vivacità per l'edilizia privata (tra il 1450 e il 1478 furono realizzati almeno trenta nuovi palazzi per le famiglie altolocate fiorentine); questo fermento portò perfino all'elaborazione di una nuova tipologia di residenza signorile che rimase pressappoco inalterata per tutto il Cinquecento. I caratteri di novità si affermano nelle ampie stesure delle superfici movimentate dai graffiti o dal severo bugnato, nell'ostentata orizzontalità della struttura architettonica, sottolineata dalle cornici marcapiano e dal ritmo modulato dalla regolare scansione delle finestre. Gli esempi più significativi di tale stile sono il Palazzo Medici di Michelozzo (1396-1472), il Palazzo Rucellai di Leon Battista Alberti e il Palazzo Strozzi di Benedetto da Maiano (1442-1497). Sul modello fiorentino si costruirono residenze in altre città come il Palazzo d'Este di Ferrara, opera di Biagio Rossetti (1447 ca.-1516), detto 'dei Diamanti' per il caratteristico rivestimento dalla sfaccettatura regolare; questa particolarità riscosse un tale successo da essere esportata fino a Mosca, dove infatti esiste un analogo 'palazzo dei diamanti' realizzato nel 1491 all'interno della cinta di mura del Cremlino. A Venezia l'architettura civile rinascimentale, di stretta osservanza albertiana, venne introdotta attraverso le opere di Mauro Coducci (1440 ca.-1504), mentre l'espansione edilizia di Milano a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento fu dominata dall'estro di Bramante.

Architettura religiosa

La nuova religiosità del Rinascimento, fondata su un rapporto più diretto tra l'uomo e Dio, influenzò in modo determinante le moderne architetture che si venivano edificando. Se infatti le chiese medievali erano basate sul principio della posizione immensamente piccola dell'uomo nei confronti dell'infinita grandiosità del divino, e a questo scopo privilegiavano nella costruzione l'andamento verticale e l'ampiezza delle dimensioni, gli edifici rinascimentali erano rivolti invece a rappresentare uno spazio a misura d'uomo, praticabile e razionale in cui trionfasse l'armonia dell'insieme. Negli edifici progettati e realizzati da Filippo Brunelleschi possiamo infatti sempre rintracciare l'applicazione architettonica di principi geometrici quali la simmetria e l'equilibrio compositivo, ottenuto mediante la ripetizione ritmica di moduli costruttivi o decorativi. Sul semplice intonaco bianco a vista delle pareti acquista maggior risalto il reticolato prospettico dell'architettura realizzato con partiture di diversi materiali, tra cui la pietra serena. Tra gli elementi architettonici derivati dagli edifici romani, furono introdotti la pianta centrale (nel tempietto di San Pietro in Montorio di Bramante), l'arco a botte (nella cappella dei Pazzi del Brunelleschi), la cupola a lacunari come nel Pantheon (nell'interno di Sant'Andrea a Mantova dell'Alberti), le colonne nei vari stili (in San Lorenzo del Brunelleschi e nella chiese veneziane realizzate dal Coducci).

Architettura militare

Molti architetti del Rinascimento si dedicarono, nel corso della loro attività, alla progettazione e alla realizzazione di opere militari. Che Leonardo fu al servizio di Cesare Borgia come architetto e ingegnere militare, anche se non esistono opere realizzate, è una notizia documentata e testimoniata anche dal forte interesse dell'artista-ingegnere, che ha lasciato numerosi fogli con disegni di complicate macchine belliche e schizzi progettuali di fortificazioni. Il senese Francesco di Giorgio Martini (1439-1502) scrisse un trattato di architettura civile e militare negli anni del suo soggiorno urbinate; in questo periodo lavorò incessantemente sul territorio, spesso restaurando, rinforzando o ingrandendo strutture medievali preesistenti, ma anche costruendo ex-novo fortezze e sistemi fortificati. Un grosso sforzo per rimodernare e rinforzare le opere difensive lungo tutte le coste fu intrapreso dagli Aragonesi alla fine del Quattrocento. Il nome più prestigioso fra gli architetti chiamati a progettare le fortificazioni aragonesi è quello di Francesco di Giorgio Martini; il suo intervento molto spesso si limitò a consulenze teoriche ma nel caso dei castelli di Taranto e di Otranto si riconoscono i tratti caratteristici delle sue architetture militari. Gli schemi delle fortezze cinquecentesche videro l'affermazione delle torri cilindriche e del sistema del fronte bastionato per meglio opporsi alle nuove tecniche dell'artiglieria; questo nuovo modello, adottato dall'architettura militare di tutta Europa, è da ascrivere alla famiglia dei Sangallo, grandi professionisti dell'edilizia, che si occuparono prevalentemente di ingegneria bellica.

I palazzi delle città

Il palazzo 'fortezza' del periodo medievale, presente soprattutto in Italia, si trasforma nel Rinascimento in una architettura meno arcigna e meno turrita. Il castello visconteo di Milano, dalle ali massicce, grande quanto un paese, alleviò la sua severità con porticati dalle colonne bianche e grandi finestre ad arco dalle modanature di terracotta dorata. Cosimo dei Medici si rivolse a Michelozzo Michelozzi (1396-1472) per il nuovo palazzo di famiglia, situato in via Larga, che racchiudeva in sé la delicatezza del primo gotico italiano e la sobrietà e la dignità del gusto classico. L'esempio più significativo di palazzo signorile ci viene tuttavia dal piccolo ducato di Urbino dove il duca Federico da Montefeltro (1422-1482) si fece costruire, sotto la direzione dell'architetto Luciano Laurana (tra il 1420 e il 1425-1479) un grande e sontuoso palazzo che si integrava perfettamente nella struttura della città, uno degli esempi più alti dell'architettura del primo Rinascimento abbinato alle esigenze urbanistiche. La pianta della casa signorile era generalmente rettangolare con ampio cortile al centro cinto da porticati; i saloni erano riccamente decorati, adatti per le cerimonie e i ricevimenti. I locali, quasi sempre direttamente collegati l'uno all'altro, avevano soffitti a volta e prendevano luce dall'esterno e dall'interno. Ampi scaloni, decorati con marmi, portavano ai piani superiori. A Firenze le testimonianze del Rinascimento sono visibili in qualsiasi palazzo, monumento e chiesa.